Agricoltura: in campo nuove strategie di lotta a parassiti e insetti

25/02/2016

25 febbraio 2016

Un network di ricerca internazionale composto da ENEA, FAO, CNR, CREA e AIEA affronterà  emergenze fitosanitarie nel bacino del Mediterraneo e nei Paesi in via di sviluppo con azioni concrete contro parassiti e insetti in agricoltura e i possibili rischi per la salute dell’uomo. Il caso dell’agricoltura urbana.

Un network di ricerca internazionale per fronteggiare le emergenze fitosanitarie nei Paesi in via di sviluppo e nel bacino del Mediterraneo. ENEA, insieme a FAO, CNR, CREA (Consiglio per la ricerca in agricoltura e l’analisi dell'economia agraria) e AIEA (Agenzia Internazionale per l'Energia Atomica), lavorerà per mettere in campo azioni concrete contro parassiti e insetti in agricoltura e possibili rischi per la salute dell’uomo. Qualche esempio? “Tuta absoluta”, dopo aver devastato le coltivazioni di pomodoro in Sud America, ha fatto il suo ingresso in Spagna, allargando il suo raggio d’azione in Europa, fino ad arrivare in Africa e in Asia dove ha causato danni ingenti al vessillo della dieta mediterranea. Dall’apparenza innocua, il piccolo insetto è solo una delle tante emergenze a livello mondiale. Tra i fattori scatenanti: i cambiamenti climatici, il ricorso indiscriminato agli insetticidi e le monocolture su vasta scala. È stato calcolato che le perdite agricole - prima e dopo il raccolto - si aggirano intorno al 30-40% se si usano i pesticidi e la percentuale si impenna - fino a toccare l’80% - se gli agricoltori non impiegano misure di controllo efficaci - come i fitofarmaci - contro insetti e parassiti. Ma qual è il rovescio della medaglia? “L’uso di pesticidi oltre a contaminare gli ecosistemi favorisce l’insorgere di fenomeni di resistenza - spiega Maurizio Calvitti dell’ENEA - e innesca un circolo vizioso nel quale l’inefficienza dei metodi di difesa e l’aumento dei costi di produzione determinano l’insostenibilità delle attuali pratiche agricole”. Ma c’è di più. Nei prossimi trent’anni la popolazione mondiale si concentrerà quasi tutta nelle città – circa il 70% - e questo contribuirà alla diffusione dell’agricoltura urbana. Se da un lato il fenomeno degli orti cittadini apre nuove prospettive di approvvigionamento alimentare a Km zero – prosegue il ricercatore ENEA - dall’altro richiede la gestione contemporanea dell’ambiente agricolo e urbano, laddove coesistano problematiche di difesa delle colture e di protezione della salute umana. Tutto questo richiederà una visione di contiguità tra ecosistemi naturali e agricoli, zootecnia e ambienti urbanizzati”. Attualmente i sistemi di lotta integrata (Integrated Pest Management & Integrated Vector Management) rappresentano l’unica valida alternativa a quella chimica. Ma questo non basta, serve una costante ricerca scientifica per aggiornare e adattare continuamente le soluzioni ai repentini cambiamenti ambientali. “Tra le tecniche più promettenti per contrastare la crescita degli insetti infestanti o in alcuni casi per eradicare le popolazioni – spiega Calvitti - esistono le cosiddette “birth control tactics” che prevedono il rilascio nell’ambiente di un ingente numero di maschi sterili che, accoppiandosi con le femmine selvatiche, ne reprimono totalmente la capacità riproduttiva”. L’ENEA ha sviluppato in laboratorio una linea di zanzara tigre (Aedes albopictus) in grado di produrre naturalmente maschi sterili e compatibili solo con le femmine appartenenti alla stessa linea. I risultati delle prime sperimentazioni - pubblicati di recente sulla rivista scientifica internazionale Plos One – hanno evidenziato che, sostituendo al convenzionale uso di radiazioni ionizzanti, metodi biotecnologici basati sullo sfruttamento delle proprietà del batterio Wolbachia - quindi non su modificazioni genetiche – si induce nell’insetto maschio una forma naturale di sterilità che lo mantiene altamente vigoroso e competitivo. Questa linea di zanzara, denominata ARwP, è già stata testata con successo in condizioni controllate contro popolazioni selvatiche di zanzara tigre italiane e tropicali, precisamente sull’isola francese di Réunion. “Una volta ultimate le prove sperimentali - ha concluso Maurizio Calvitti – la linea ENEA sarà a disposizione per strategie di inibizione della capacità moltiplicativa della zanzara tigre, indiziata nella trasmissione del virus Zika. La stessa metodologia potrà poi essere usata per contrastare anche insetti di interesse agrario come la mosca mediterranea della frutta e quella delle olive”.

Per maggiori informazioni:

Maurizio Calvitti, Centro Ricerche ENEA Casaccia, maurizio.calvitti@enea.it

http://journals.plos.org/plosone/article?id=10.1371/journal.pone.0146834

archiviato sotto: