Beni culturali: dalle tecnologie laser nuove prospettive per il restauro

25/02/2016

25 febbraio 2016

Riportare alla luce un affresco del ‘500 con le tecnologie laser. È ciò che sta succedendo in una chiesa in provincia di Viterbo, dove i ricercatori ENEA stanno utilizzando tecnologie frutto della ricerca nucleare, che rappresentano la nuova frontiera per la salvaguardia del nostro patrimonio artistico. Grande l’interesse tra i restauratori.

ProgettoCobra10.jpgFrutto della ricerca nucleare, le tecnologie laser rappresentano la nuova frontiera per la conservazione dei beni culturali. Un’applicazione innovativa che sta riscuotendo grande interesse tra gli addetti ai lavori, in particolare tra i restauratori, perché apre prospettive e offre soluzioni concrete. L’ENEA, con otto tecnologie di diagnostica e due di restauro, ha deciso di aprire i suoi laboratori alle imprese attive nella tutela e nella valorizzazione del patrimonio culturale e di portare nei “cantieri” di restauro expertise e strumentazione d’avanguardia. Tutto questo grazie al progetto COBRA, che l’ENEA si è aggiudicata con un finanziamento di oltre 860mila euro dalla Regione Lazio per il trasferimento di tecnologie avanzate e la creazione di posti di lavoro per giovani laureati scientifici. Primo banco di prova la cinquecentesca chiesa di San Costanzo a Ronciglione - nella Tuscia Viterbese - e l’affresco della cupola, in pessime condizioni di conservazione, non completamente recuperabile con le tradizionali tecniche meccaniche e chimiche. “Per questo motivo – ha dichiarato l’architetto Fernanda Falcon responsabile del restauro - abbiamo deciso di iniziare una collaborazione con l’ENEA ed effettuare delle prove di applicazione di tecnologie laser. In questo modo siamo stati inseriti nel progetto COBRA che ci permetterà di testare tecnologie che potrebbero essere risolutive per il nostro caso”. “Il sistema laser a tre colori RGB-ITR dell’ENEA – spiega Roberta Fantoni, capo della divisione Tecnologie Fisiche per la Sicurezza e la Salute - ha permesso di ottenere il modello tridimensionale della zona della cupola con i colori nativi e di fare contemporaneamente una misura molto accurata della morfologia della superficie stessa”. Grazie alla ricostruzione in 3D sono state rilevate crepe e sfaldature sulla parete, in pratica tutto ciò che ostacola la rimozione degli strati che coprono l’affresco, un giro di angeli musicanti e cantanti di stile manieristico. Con il sistema laser LIF Scanning - anche questo per la diagnostica di immagine – è stato possibile ottenere informazioni sui materiali presenti nello strato superficiale della parete: dalla distribuzione del consolidante messo dalle restauratrici alla presenza di biodegrado o di altre alterazioni dovute a inquinamento o concrezioni esterne. “Tutto ciò – ha dichiarato la responsabile ENEA – EL.En Group, con cui collaboriamo e che ci ha fornito parte della strumentazione laser del progetto COBRA” . I risultati fanno ben sperare. “Le onde d’urto create dal laser – ha commentato Alessandro Zanini di EL.En Group e presidente di Assorestaurosono riuscite a staccare gli strati da rimuovere senza danneggiare lo strato da preservare”. Il lavoro di restauro si prefigura lungo ma un obiettivo è stato già raggiunto nel primo cantiere del progetto COBRA: portare le tecnologie sul campo, ai restauratori. Ma c’è di più. Il gruppo di professioniste che sta lavorando al restauro della chiesa avrà la possibilità di proseguire in modo autonomo l’operazione di pulitura laser grazie alla strumentazione messa a disposizione dall'ENEA e dalla società EL.En Group.

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Per maggiori informazioni:

Roberta Fantoni, Centro Ricerche ENEA Frascati, roberta.fantoni@enea.it

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