L’ENEA mette a punto procedimento per ottenere biocarburanti dagli scarti del biodiesel

05/02/2015

6 febbraio 2015

L’ENEA ha messo a punto un procedimento per ricavare etanolo e idrogeno, due prodotti ad alto valore aggiunto per l’industria, dagli scarti di produzione del biodiesel, un biocombustibile analogo al gasolio derivato dal petrolio

L’aumento della produzione mondiale di biodiesel, ottenuto da oli vegetali e grassi animali, ha comportato un notevole accumulo del sottoprodotto derivato dalla lavorazione, il glicerolo grezzo (oltre un quintale per ogni tonnellata di biodiesel), di cui non si può fare un utilizzo diretto per i vari contaminanti che contiene. Poiché la purificazione chimica del glicerolo grezzo può venire a costare più di quanto sia possibile guadagnare dalla sua vendita, l’industria italiana del biodiesel ha preferito finora bruciare il glicerolo grezzo prodotto, piuttosto che venderlo alle industrie che ne fanno uso (principalmente farmaceutiche, cosmetiche e di integratori alimentari).

Grazie all’efficienza e al basso costo del nuovo procedimento di fermentazione messo a punto dall’ENEA, è ora invece possibile convertire il glicerolo grezzo in bioetanolo ed idrogeno (500 kg e 200m3 rispettivamente, per ogni tonnellata di glicerolo grezzo), da vendere sul mercato come prodotto a sè stante o da miscelare al biodiesel per migliorarne le prestazioni.

L’utilizzo del glicerolo grezzo per la produzione di biocarburanti ha il notevole vantaggio di godere di importanti incentivi europei per la produzione dei cosiddetti “biocarburanti di seconda generazione”, vale a dire i biocarburanti prodotti da rifiuti e sottoprodotti, invece che da colture alimentari (ad esempio mais e colza).

L’idrogeno prodotto può essere impiegato per il riscaldamento del fermentatore e il mantenimento del processo di trasformazione del glicerolo grezzo.

 

Fonte: Giulio Izzo, ricercatore ENEA, Centro Ricerche Casaccia - giulio.izzo@enea.it

 

Per ulteriori approfondimenti consulta l'articolo pubblicato sulla Rivista Energia Ambiente e Innovazione n. 4 del 2014 al seguente link:


Tre volte bioenergia!

 

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