Dal mare della Sardegna il "giacimento" green più grande del Mediterraneo
25/05/2017
- Potenziale energetico delle onde nel Mediterraneo
- Flusso di energia ondosa lungo le coste italiane (Sardegna occidentale e sicilia)
“Attualmente la produzione di energia dalle onde soddisfa lo 0,02% della domanda energetica in Europa - aggiunge Sannino - ma se, come previsto, si arrivasse a coprire il 10% del fabbisogno energetico europeo[1] entro il 2050 con lo sfruttamento combinato anche delle maree, sarebbe possibile produrre energia per due intere nazioni come Francia e Grecia, oppure sostituire 90 centrali elettriche a carbone, ossia un terzo degli impianti europei attualmente in funzione. Inoltre, si ridurrebbe in modo significativo la dipendenza dalle importazioni di combustibili fossili, che oggi genera una bolletta da 400 miliardi di euro l’anno, dovendo coprire oltre il 50% dei consumi”.
- PEWEC Catania
“Finora – commenta Sannino - le imprese europee impiegate nello sfruttamento di energia da onde e maree, circa il 50% sul totale mondiale, hanno investito oltre 600 milioni di euro, una cifra destinata ad aumentare rafforzando la leadership del nostro continente in questo settore”.
Sul fronte dei costi, produrre 1kW/h di energia dalle onde passerà da 0,2 €/kWh nel 2025 a 0,1 €/kWh nel 2035. “Per centrare questi obiettivi in un settore come quello dell’energia dal mare, che è ancora in una fase precommerciale – aggiunge il ricercatore ENEA - bisogna investire in ricerca e tecnologia, proseguendo il trend avviato da Horizon 2020, che ha stanziato 130 milioni di euro, e della Banca europea per gli investimenti, che lo scorso anno ha investito per la prima volta nel settore. Ma occorre agire anche sull’incentivazione: in Italia, ad esempio, dal 2016 si sostiene la produzione di energia elettrica da moto ondoso e maree con un contributo pubblico pari a 300 euro MW/h, il più elevato dopo quello per il solare termodinamico”.
Gli ultimi sviluppi tecnologici dei convertitori di energia dalle onde hanno dimostrato come sia possibile sfruttare al meglio questa risorsa energetica, che rispetto al solare e all’eolico, può contare su un sistema di accumulo naturale di energia costituito dalle onde stesse. In Italia, ENEA e Politecnico di Torino stanno lavorando allo sviluppo del PEWEC(Pendulum Wave Energy Converter), una tecnologia pensata per le coste mediterranee dove le onde sono di piccola altezza ed elevata frequenza. I ricercatori sono al lavoro per la progettazione del dispositivo in scala 1:1, con una potenza nominale di 200 kW, che potrebbe risultare molto utile per le tante isole italiane, dove la fornitura di energia è garantita principalmente da costose e inquinanti centrali a gasolio. “Una decina di questi dispositivi – conclude Sannino – potrebbero produrre energia elettrica per un paese di 3.000 abitanti, contribuendo in modo significativo anche a contrastare i fenomeni di erosione attraverso la riduzione dell'energia delle onde sulla costa e senza impattare in maniera significativa sul paesaggio, visto che i dispositivi sono parzialmente sommersi”.
Per maggiori informazioni:
Gianmaria Sannino, responsabile del Laboratorio Modellistica climatica e impatti, gianmaria.sannino@enea.it
Immagini video del prototipo PEWEC: https://www.youtube.com/watch?v=MUaxS3tHsCc&list=PL-pM5wY3E9gl088kuKYMrHORgvJLv-4el&index=4
[1] Valore basato sull’installazione di una capacità di 100 GW di energia dal mare e una produzione annuale di elettricità di oltre 350 TW/h (Rapporto “Ocean Energy Strategic Roadmap”, 2016).