Innovazione: a SMAU 2015 ENEA finalista con turismo sostenibile e bio-restauro

15/10/2015

15 ottobre 2015

L’ENEA è finalista al premio “Smart Communities” di SMAU Milano 2015 con due progetti: “il turismo sostenibile per le isole Egadi” e il “bio-restauro”. Il concorso punta a individuare e a valorizzare progetti innovativi e best-practice all'avanguardia che stanno rendendo le nostre città sempre più "smart" in tanti settori: dal patrimonio storico-culturale, alla mobilità sostenibile fino all'efficientamento energetico. Uno dei due finalisti è un progetto pilota di turismo sostenibile per l’Arcipelago delle Egadi (Favignana, Marettimo e Levanzo) che punta a valorizzare e a incrementare il turismo, riducendo l’impatto sull’ambiente e sulle risorse di un territorio che conta ogni anno, soprattutto d’estate, circa 400mila visitatori.

Un ecosistema da proteggere e valorizzare, che ha al suo interno la più grande riserva marina d’Europa, quasi 54mila ettari. L’ENEA, in collaborazione con il Comune di Favignana e l’Area Marina Protetta delle Isole Egadi (AMP), ha condotto un’indagine conoscitiva: dall’analisi fisico-ambientale e socio-economica del territorio e dell’ecosistema marino e costiero alle interviste agli operatori del settore, ai residenti e ai visitatori per comprendere le criticità ambientali percepite. I dati raccolti sono stati utilizzati per la seconda fase del progetto, la messa a punto di interventi ad hoc per la gestione sostenibile delle risorse idriche, del ciclo dei rifiuti e delle risorse naturali. In particolare, sono stati realizzati interventi per il risparmio idrico e per il trattamento e il riuso delle acque reflue nelle scuole e negli alberghi. Per ridurre il grande volume di bottiglie di plastica da smaltire, a Favignana è stata messa in funzione una casa dell’acqua, alimentata con pannelli fotovoltaici. I residenti, dotati di una tessera, possono prelevare l’acqua con bottiglie di vetro fornite dal Comune. In meno di un anno, con questo sistema, sono stati erogati 175mila litri di acqua, con un risparmio di circa 116.700 bottiglie di plastica da 1,5 litri.

È stato realizzato anche un impianto di compostaggio che trasforma i rifiuti organici in fertilizzante per il terreno. Infine, per evitare che i residui di Posidonia, una pianta acquatica del Mar Mediterraneo, restassero sul bagnasciuga dell’isola e che fossero smaltiti come un comune rifiuto, l’ENEA ha brevettato una procedura che consente il loro reimpianto sul fondale marino. Con un notevole beneficio ambientale: attraverso questa procedura infatti aumentano le foreste sommerse di Posidonia, fondamentali per l’ecosistema marino perché in grado di assorbire grandi quantitativi di CO2 e perché rappresentano un habitat ideale per la riproduzione di numerose specie ittiche. Rientra nel progetto anche un percorso di certificazione ambientale delle strutture del settore turistico (stabilimenti, alberghi, attività di noleggio) gestito dalla AMP.

L’iniziativa ha riscosso grande successo ottenendo le adesioni di oltre 70 imprese, di cui 60 già certificate. Inoltre, sono stati realizzati due libri illustrati collegati a un sito web: grazie ai QR code, con uno smartphone si può accedere a 28 itinerari subacquei intorno alle principali isole. Dall’inizio del progetto ad oggi è stato registrato un aumento del 7% di visitatori e un prolungamento della stagione turistica da aprile a ottobre. Il progetto ENEA di turismo sostenibile punta a diventare un modello replicabile per le le altre isole minori e non solo.

Già vincitore della tappa di Smau Bologna, il bio-restauro dell’ENEA è in concorso per il premio “Smart Communities” di Milano. Alla base dell’innovativa tecnica per la tutela dei beni culturali, ci sono batteri e funghi, un ‘team’ di micro-restauratori, con cui è possibile intervenire “su misura” sulle opere d’arte in base ai materiali (dipinti, affreschi, carta, pergamena, marmo o legno) e alle sostanze da rimuovere (colle animali e sintetiche, resine, idrocarburi, oli, gessi o carbonati, ossidi di ferro). Bassi costi e atossicità sono gli altri tratti caratteristici del bio-restauro dell’ENEA, che è stato applicato in Italia su diversi manufatti: dalle statue in marmo della Galleria Nazionale di Arte Moderna agli affreschi e marmi della Galleria dei Carracci a Palazzo Farnese a Roma, passando per i dipinti murali della Casina Farnese sul Palatino e quelli su tavole di legno nei Musei Vaticani. A sviluppare il progetto di bio-restauro, Anna Rosa Sprocati, coordinatrice del gruppo di lavoro in “Microbiologia Ambientale e Biotecnologie Microbiche”, di cui fanno parte le ricercatrici Chiara Alisi, Flavia Tasso, Paola Marconi, Giada Migliore, oltre a  dottorandi, tesisti, borsisti e contrattisti che negli anni hanno dato il loro contribuito alla ricerca.

Appuntamento per tutti il 22 ottobre a SMAU Milano per conoscere il nome dei vincitori. Nel frattempo dita incrociate!

 

Per informazioni:

Roberto Luciani, Dipartimento Sostenibilità dei Sistemi Produttivi e Territoriali,  roberto.luciani@enea.it

Anna Rosa Sprocati, coordinatrice delle attività di “Microbiologia Ambientale e Biotecnologie Microbiche per il risanamento ambientale e i beni culturali” del Dipartimento Sostenibilità dei sistemi produttivi e territoriali, annarosa.sprocati@enea.it

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