Nucleare: a 2 mesi dall’annuncio prosegue monitoraggio sulla natura del test nordcoreano

11/03/2016

11 marzo 2016

Un team di esperti altamente specializzati dell’ENEA sta effettuando misure della radioattività riconducibile ad un’esplosione nucleare nella regione. A due mesi dall'annuncio di Pyongyang, non ci sono prove certe della natura “nucleare” dell’evento registrato all’epoca dai sismografi di numerosi Paesi.

Team Esperti ENEA
Alcuni esperti del team del centro dati nazionale (radionuclidi) con sede a Bologna a supporto dell’Autorità Nazionale per il CTBT
A poco più di due mesi dall’annuncio da parte della Corea del Nord di aver testato con successo una bomba ad idrogeno, manca ancora una prova certa della natura nucleare dell’evento, ovvero la misura di radioattività riconducibile ad un’esplosione nucleare. È quanto emerge dai monitoraggi effettuati dall’ENEA, l’Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l’energia e lo sviluppo economico sostenibile, tramite sistemi di analisi appositamente sviluppati e modelli previsionali di trasporto atmosferico; dal 6 gennaio scorso l’Agenzia continua a monitorare la regione per individuare indizi da trasmettere all’Autorità Nazionale per la Messa al Bando Totale degli Esperimenti Nucleari (Comprehensive Nuclear-Test-Ban Treaty - CTBT) presso il Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale (MAECI), Direzione Generale per gli Affari Politici e di Sicurezza[1].

Stazioni rilevamento
Le stazioni di rilevamento di radionuclidi della rete internazionale di monitoraggio (IMS) del Trattato per il bando totale degli esperimenti nucleari CTBT. Mappa dal sito www.ctbto.org
Ad oggi il dato certo è che il 6 gennaio scorso si è verificato un evento sismico di magnitudo 4,82 con caratteristiche associate ad un’esplosione alle 2:30 (ora italiana) nella stessa zona in cui la Corea del Nord aveva già condotto tre test nucleari nel 2006, 2009 e 2013; l’evento è stato registrato dalle stazioni sismiche di numerosi Paesi e dalla rete internazionale di monitoraggio del Trattato CTBT.

Secondo gli esperti ENEA, tenuto conto dei meccanismi di rilascio da un test sotterraneo, è  impossibile fare previsioni sui tempi: nel 2013 una stazione giapponese del sistema di monitoraggio del CTBT ha rilevato isotopi radioattivi compatibili con un’ipotesi di rilascio dal sito, dopo oltre 50 giorni dall’annuncio del test e dal rilevamento di un segnale sismico associato.  Anche in caso di rilevamento di isotopi radioattivi, tuttavia, potrebbe essere difficile attribuirlo ad un test nucleare, considerando il complesso fondo naturale e antropogenico della regione dove sono presenti  impianti nucleari e di produzione e uso di radioisotopi a scopo medicale.

Sito web CBTO
Homepage del CTBTO – Comprehensive Nuclear-Test-Ban Treaty Organization (www.ctbto.org)
L’ENEA si occupa degli aspetti di verifica del CTBT da metà degli anni ’90 e, dal 2009, mette a disposizione del MAECI un gruppo di esperti altamente specializzati che svolge le funzioni di Centro Nazionale Dati per il monitoraggio della radioattività in atmosfera a supporto dell’attuazione del Trattato. Il team opera a Bologna e può contare sul sistema di verifica del CTBT, unico nel suo genere: una rete di 16 laboratori per misurare la radioattività e 321 stazioni di monitoraggio sismiche, infrasoniche, idroacustiche e per il rilevamento di radionuclidi rilevanti. Queste ultime sono distribuite uniformemente sulla superficie terreste e in grado di misurare particolato e xeno radioattivo.

Il CTBT rientra tra i principali accordi di non proliferazione e disarmo e, dopo il Trattato di Non Proliferazione Nucleare, costituisce il secondo pilastro su cui poggia il regime internazionale di controllo e limitazioni delle armi nucleari.

Per maggiori informazioni:

Franca Padoani, Centro Ricerche Bologna, franca.padoani@enea.it

Antonietta Rizzo, Centro Ricerche Bologna, antonietta.rizzo@enea.it



[1] Il Ministero degli Affari Esteri e la Cooperazione Internazionale (MAECI) è designato quale Autorità Nazionale incaricata di sovrintendere e coordinare l’applicazione del Trattato in Italia. L’Autorità Nazionale ha costituito un Centro Nazionale Dati (NDC) italiano. Il MAECI e l’ENEA collaborano su queste tematiche tramite un’apposita Convenzione dal 2009.

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