Nucleare: dal vertice di Washington un bilancio positivo per la sicurezza

07/04/2016

7 aprile 2016

Rafforzare l’impegno comune per mettere in sicurezza il materiale nucleare. Questo il messaggio emerso al Nuclear Security Summit, il vertice sulla sicurezza nucleare che si è chiuso il 1 aprile a Washington. Franca Padoani, esperta in sicurezza nucleare dell’ENEA, nonché delegata e sous-sherpa per il MAECI traccia un sintetico bilancio dei lavori.

Nuclear SummitIl numero di Paesi che hanno ridotto o eliminato dal loro territorio materiale nucleare di origine civile, potenzialmente utilizzabile per ordigni (HEU-uranio altamente arricchito e plutonio-Pu), segna un forte aumento e vaste aree del Pianeta, quali il Sud America, possono virtualmente definirsi “HEU-free”. Inoltre più di 3,5 tonnellate tra HEU e Pu (equivalenti a circa 150 bombe) sono state rimosse da più di 50 impianti nucleari in 30 Paesi e sono state trasferite essenzialmente negli Stati Uniti e in Russia. E’ quanto emerso al vertice sulla sicurezza nucleare che si è chiuso a Washington il 1 aprile e al quale per l'ENEA ha partecipato Franca Padoani, esperta di sicurezza nucleare, nonché delegata e sous-sherpa per il Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale.

"Il bilancio è senz’altro positivo, anche perché, spiega l’esperta, tutti i Paesi coinvolti hanno rafforzato la protezione del materiale nucleare, del materiale radioattivo (incluse sorgenti radioattive ad alta intensità) e sono stati fatti progressi importanti nella protezione di impianti nucleari, introducendo nozioni come la protezione da cyberattacchi e il sabotaggio interno".

Molti Paesi, aggiunge l’esperta, si sono dotati di architetture nazionali di monitoraggio, controllo, analisi (incluso nucleare forense) con forte coordinamento tra diversi apparati dello Stato per il contrasto del traffico illecito di materiale.

Tra i risultati più significativi anche la creazione dei centri di eccellenza per training e supporto alla nuclear security, di cui 15 operativi: in questo contesto l’Italia e l’ENEA hanno giocato un ruolo importante.

Ma il vero successo è il rafforzamento del quadro normativo internazionale: proprio alla vigilia del vertice di Washington, è stato raggiunto il numero di ratifiche necessario all’entrata in vigore di uno strumento chiave per la nuclear security: la Convenzione per la protezione dei materiali e degli impianti nucleari, un traguardo da molti considerato impossibile.

"Il Summit, ospitato dal Presidente Obama, segna l’inizio di un impegno che va oltre la minaccia nucleare, allargandosi a tutte le armi di distruzione di massa che comprendono quelle nucleari, biologiche, chimiche e radiologiche, attraverso il coinvolgimento di più Paesi" sottolinea Padoani.

Anche se negli ultimi 6 anni il rischio si è ridotto, i Capi di Stato hanno ribadito lo sforzo comune verso l’attuazione degli impegni assunti nei quattro Summit che si sono succeduti dal 2010 in poi a Washington, Seul, l’Aia e ora di nuovo a Washington, con particolare riguardo alla sicurezza dei materiali e degli impianti nucleari e alle minacce quanto mai attuali relative alle bombe sporche, ordigni che uniscono componente esplosiva e materiale radioattivo.

A conclusione di questo ciclo di Summit a livello di Capi di Stato, rimarrà comunque una forte architettura che impegna le cinque maggiori organizzazioni e istituzioni internazionali che contribuiscono alla nuclear security a inserire nelle loro attività gli obiettivi tracciati nei vertici.

Il ruolo dell’Italia

L’Italia ha partecipato attivamente ai quattro incontri e si è distinta per la promozione della cultura della sicurezza e della formazione: a Washington nel 2010 ha lanciato, con l’AIEA e l’International Centre for Theoretical Physics (ICTP), la Scuola internazionale di sicurezza nucleare che quest’anno terrà a Trieste il sesto corso e all'ultimo Summit ha presentato il “Nuclear Security Training and Support Centres/Centres of Excellence (NSSC/CoE)” Gift Basket, a cui hanno aderito 28 Paesi oltre alle Nazioni Unite e all'INTERPOL. Il contributo nazionale alla nuclear security è registrato nei National Progress Reports presentati ad ogni vertice.

ENEA per la nuclear security

L'ENEA è stata designata come istituzione di riferimento per l'implementazione del Gift Basket su "Nuclear Security Training and Support Centres" ed in questo ambito a maggio 2015 ha organizzato, assieme al MAECI a Bologna, l'High-Level Event “Nuclear Security Summit 2016 and beyond: the role of training and support centers and Centres of Excellence”, con 78 partecipanti da 25 Paesi e 7 organizzazioni internazionali, per esaminare le attività dei centri di formazione in sicurezza nucleare e le prospettive di sviluppo. Le conclusioni sono state alla base del Gift Basket presentato al vertice di Washington. Il contributo ENEA alla nuclear security e alla security in generale, riguarda anche una vasta area di competenze evidenziate in numerosi progetti internazionali; una rassegna delle tecnologie e competenze dell’ENEA per la security è disponibile nel numero speciale della Rivista Energia Ambiente e Innovazione.

Per maggiori informazioni:

Franca Padoani, Centro Ricerche Bologna, franca.padoani@enea.it

Sito Nuclear Security Summit  2016: http://www.nss2016.org

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