Sicurezza degli impianti nucleari

EsplosioneFukushima.jpgL’incidente di Fukushima e gli avvenimenti che lo hanno seguito hanno creato nel nostro Paese un nuovo scenario per la ricerca sul nucleare da fissione, nel quale la conservazione e la ricostituzione delle competenze esistenti nel settore della sicurezza nucleare rimangono esigenze imprescindibili per garantire la corretta gestione delle residue attività nucleari.

Come risultato evidente per gli ‘stress test’ richiesti dalla Commissione Europea sugli impianti nucleari europei a valle dell’incidente di Fukushima, ciascuna nazione deve avere la capacità di effettuare valutazioni indipendenti sulla sicurezza di questi impianti. Questa esigenza per il nostro Paese è ulteriormente rafforzata dalla presenza nei paesi limitrofi, entro il limite di 200 km dai confini nazionali, di 14 reattori nucleari di potenza.

Inoltre, conservare e rafforzare le competenze e le infrastrutture tecniche e scientifiche di ricerca nel settore nucleare è necessario anche per mantenere una capacità di valutazione delle nuove opzioni tecnologiche sviluppate in ambito internazionale nel campo dei reattori innovativi (IV generazione e reattori avanzati di piccola taglia) sotto il profilo della sicurezza e sostenibilità, il tutto in un quadro di collaborazioni europee e internazionali.

La collaborazione e l’integrazione internazionale è condizione imprescindibile sia per l’acquisizione degli strumenti, delle metodologie e delle tecnologie più avanzati necessari alla realizzazione di questi obiettivi, sia per la conoscenza e corretta applicazione degli standard per la valutazione della sicurezza indicati dalle autorità preposte.

Infine, sono da rimarcare il problema aperto del deposito definitivo per le scorie radioattive di III categoria, che investe tutti i Paesi che hanno in esercizio, o hanno avuto, centrali nucleari, e l’esigenza di disporre di un deposito per rifiuti di II categoria che deve accogliere anche i rifiuti radioattivi di origine sanitaria, ospedaliera e industriale. A questo proposito la Direttiva EURATOM 2011/70 impone a tutti gli Stati membri la preparazione, entro il 2015, di “programmi nazionali indicanti quando, dove e con che modalità intendano costruire e gestire depositi per lo stoccaggio definitivo dei rifiuti, tali da garantire i più elevati standard di sicurezza”.

 

Attività 2011

“Studi di sicurezza sugli impianti nucleari” (progetto 1.3.1, linea progettuale 2)

Referente: P. Meloni, paride.meloni@enea.it